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CIVITAVECCHIA Storia della città - Terme taurine

14.02.2012 18:31


 

 

 

Le origini dell’insediamento umano nel territorio attuale di Civitavecchia vanno ascritte all’occupazione della costa e delle colline circostanti da parte di popolazioni appartenenti alla civiltà del bronzo, che daranno poi vita ai centri del periodo Villanoviano. Piccole costruzioni rustiche testimoniano la presenza demografica etrusca nel territorio, proiettato sul mercato del Mediterraneo grazie allo sfruttamento delle miniere dei Monti della Tolfa. Le esigenze portuali di Roma spinsero per la costruzione di un nuovo bacino che supplisse all’uso non più conveniente del Tevere, di Ostia e degli scali campani. I lavori per il nuovo approdo vennero affidati intorno al 102 d.C., sembra, ad Apollodoro di Damasco, e seguiti, come recita una lettera di Plinio il Giovane, direttamente dall’imperatore Traiano. La nascita del porto ebbe un ruolo determinante per l’aggregazione delle popolazioni che si stabilirono attorno e che portarono alla trasformazione in città del villaggio preesistente. Nonostante la discordanza delle teorie sul fatto che l’abitato di Centumcellae sia anteriore o meno alla costruzione dello scalo, molte fonti autorevoli accertano che la cittadina venne edificata secondo le norme urbanistiche canoniche. Centumcellae, già municipio poco dopo la sua fondazione, divenne municipio successivamente all’editto di Costantino. La presenza del porto permette alla città di mantenere la sua importanza anche nel periodo successivo alla caduta dell’Impero. Caduta poi in mano bizantina Centumcellae passò successivamente sotto il dominio del Papato, fino

alle incursioni saracene dell’813 e dell’828, che costrinsero i superstiti del saccheggio della città alla fuga sulle colline circostanti, dando vita ad un nuovo centro abitato, Leopoli. La nascita di Civitavecchia, fra leggenda e realtà, va fatta risalire intorno all’anno mille quando i vecchi abitanti di Centumcellae tornarono a ripopolare la Civitasvetula. In quel periodo si registra l’innalzamento di una rocca, all’imboccatura della vecchia darsena, costruita sfruttando i residui di edifici romani ormai in rovina. Da quel momento si susseguirono aspre lotte per il possesso e la signoria della fortezza, con la supremazia prima della famiglia De Vico e poi del cardinale Giovanni Vitelleschi. Per contrastare l’avanzata dei Turchi nel Mediterraneo vennero fatti costruire cortine murarie e riattamenti delle strutture portuali e dell’acquedotto dai papi Nicola V e Sisto VI.

La ripresa di Civitavecchia avvenne però al momento della scoperta dell’allume sui Monti della Tolfa nel 1461, quando vennero realizzate una imponente fortezza, nata dalla volontà di Giulio II e dalla mente del Bramante e dei suoi allievi, e le mura, ad opera di Antonio da Sangallo. Diventata un punto nodale per controbattere l’offensiva saracena, Civitavecchia venne dotata da Sisto V di una flotta importante e ridivenne ufficialmente il porto di Roma. Con l’intervento dei papi Clemente VII, Paolo V ed Urbano VIII, fu completato definitamente il restauro del porto, che venne anche fortificato, e ripristinata la tratta dell’Aurelia che collegava Civitavecchia a Roma. Nel 1660 Alessandro VII pose mano alla costruzione di un arsenale progettato dal Bernini, e successivamente vennero anche restaurati i vecchi acquedotti romani.

Successive vicende portarono la città alternativamente sotto il dominio dei francesi e dei papi. Nel 1825 Leone XII riportò in città la cattedra vescovile e nei periodi successivi vengono edificati palazzi prestigiosi, il teatro Traiano ed una nuova fortezza in sostituzione della vecchia torre, ormai in rovina. Dopo aver partecipato attivamente alla costituzione della Repubblica Romana, Civitavecchia cede alla flotta francese del generale Oudinot, e dovrà attendere il passaggio delle truppe di Bixio e l’intervento della flotta guidata dall’ammiraglio Cerretto, nel 1870, per tornare libera.      

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