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LADISPOLI - Archeologia I mosaici recuperati alla Posta vecchia di Palo

04.01.2012 18:17

A cura di Stefania Maccioni - storica dell'arte

I lavori di restauro hanno riportato allo splendore orginale i mosaici romani alla “Posta Vecchia”, lo splendido albergo di Palo Laziale, nei pressi di Ladispoli. I preziosi mosaici, risalenti al VI sec. d.C., fanno parte della villa imperiale ritrovata negli scantinati dell’Albergo. Il ritrovamento risale agli anni ’60 quando l’attuale edificio fu venduto dai principi Odescalchi, storici proprietari, al miliardario americano Paul Getty, grande intenditore e collezionista d’arte. Durante i lavori di ristrutturazione effettuati per trasformare in villa privata l’antica stazione di posta, ridotta ad un rudere, da cui il nome Posta Vecchia, vennero scoperti i preziosi mosaici policromi. Successivamente la Soprintendenza archeologica, in accordo col proprietario, procedette al restauro ed al consolidamento dei mosaici.

I mosaici sono stati staccati tramite “strappo”, senza perciò disgregare le singole tessere, e il supporto di allettamento è stato consolidato con massetto di calcestruzzo e rete metallica in acciaio ed in fine si sono ricollocati  i mosaici. Ma poiché la villa si trova a picco sul mare, a distanza di anni da questi primi restauri di consolidamento, i reperti musivi hanno subito un altro deterioramento. La salsedine ha intaccato irrimediabilmente le parti metalliche del consolidamento con il conseguente rigonfiamento provocato dalla ruggine e il progressivo disfacimento in più punti delle tessere musive. L’allarme per l’attuale stato di deterioramento dei mosaici è stato lanciato dal Gruppo archeologico del territorio cerite, il gruppo di volontari cui è affidata la gestione delle visite guidate alla Posta Vecchia. Gli operatori del Gruppo Archeologico si sono occupati di documentare lo stato di deterioramento dei mosaici e di fare richiesta per un intervento urgente alla Soprintendenza archeologica che proprio in questi giorni ha affidato l’appalto ad una ditta specializzata per i restauri.

La Posta Vecchia, così come ci appare oggi, è una costruzione seicentesca, ne abbiamo un dipinto del Vanvitelli nel XVIII secolo tutt’oggi visibile all'interno. Fu voluta dagli Odescalchi e destinata, nel corso del tempo, a funzioni doganali, di albergo, ristoro e stazione di posta pontificia.

Nel 1850 veniva ricordata dal viaggiatore romantico Georges Dennis, come un luogo confortevole ed accogliente. Nel 1918 venne distrutta da un incendio e rimase quasi del tutto abbandonata sino alla sua ristrutturazione voluta negli anni '60 da Paul Getty quando acquistò la villa. Dal 1990, la società svizzera che ne è attualmente proprietaria, ha deciso di restituirla alle antiche funzioni di albergo, molto esclusivo, entrando a far parte dell'Associazione Relais & Chateaux.

Quando Paul Getty nei primi anni '60, si accingeva a ristrutturare l'edificio della Posta Vecchia, non avrebbe mai immaginato di trovare reperti di epoca tardo antica.

Infatti, con la scoperta dei preziosi reperti musivi rinvenuti nel piano interrato e nelle zone immediatamente adiacenti al fabbricato, l'intero progetto assunse un nuovo obiettivo. La Posta Vecchia infatti sorge sui resti di una grande villa marittima romana, possedimento imperiale, costruita nelle immediate vicinanze dell'antica città, etrusca prima e poi romana, di Alsium.

La città di Alsium di mitica fondazione pelasgica, secondo Dionigi di Alicarnasso, è collocata da Plinio il Vecchio e da Strabone tra Ostia e Pyrgi. Colonia romana dal 247 a.C. era una città con impianto urbano, esisteva un senato, sacerdoti di culto, associazioni giovanili, con annesso l'importante porto. Nel medioevo la villa viene quasi completamente abbandonata e la vita si svolge essenzialmente nel castello di Palo. Gli scavi e i restauri iniziati per opera della sovrintendenza nei primi anni '60, sono proseguiti fino al 1970. Sotto l'intera area della costruzione seicentesca, accessibile tramite una scala interna, è possibile ammirare i resti di una villa romana, con murature che datano dal I sec. a.c. al II sec. d.c., con pavimenti in mosaico policromo con ricche decorazioni geometriche e floreali di epoca tardo antica. Il piccolo "antiquarium" realizzato nella vasta cantina con l'esposizione di numerosi reperti rinvenuti nel corso degli scavi degli anni '60, ospita una grande quantità di marmi e materiali ceramici posti a ridosso delle pareti; numerosissimi frammenti di anfore e ceramica comune. Tutto ciò costituisce, insieme ai pavimenti musivi, una interessantissima attrattiva ed un esempio unico per l'intera costa a nord di Roma.

 

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